Interpretariato

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L’interpretazione rientra, insieme alla traduzione, nel concetto generale di mediazione linguistica e culturale; tuttavia l’interprete non è un traduttore, sono queste due professioni che svolgono compiti diversi, benché vengano spesso confuse l’una con l’altra.

In linea generale, si può dire che la traduzione sia la trasmissione di un messaggio da una lingua a un’altra tramite un canale scritto, mentre l’interpretazione lo fa mediante il canale orale o con l’aiuto della mimica (nel caso della lingua dei segni). Quindi, nel momento della comprensione della lingua e del significato trasmesso, le due operazioni sono del tutto simili, dopodiché le loro strade si dividono.

Soffermandosi sull’interpretazione, interpretare non significa tradurre parola per parola, ma trasporre fedelmente il senso del messaggio da una lingua ad un’altra. A differenza del traduttore, l’interprete lavora su messaggi fugaci che deve trasmettere istantaneamente; ciò comporta poco tempo per riflettere e per ricercare lo stile più adatto.

Pertanto l’interprete svolge la sua attività in tempo reale e a diretto contatto con l’oratore e il destinatario del messaggio, mentre la fruizione dei lettori e l’opera di mediazione del traduttore avvengono in luoghi e momenti diversi che possono ricoprire anche l’arco di secoli.